IL TAPPO


Salve, sono il Tappo.
Tappo e stappo, chiudo e apro, tengo e lascio, sto e poi vado.
Son piccolo, ma utile, e non me ne vanto; ma so che la mia vocazione è lasciarmi guidare e mai comandare; forse che sia santa obbedienza? No, è solo piena libertà del sentirsi ora utile e ora inutile, a seconda della situazione. Già, è quella la vera comandante, quella che decide per me se stare o perdermi via. Questa mia provvisorietà forse sembra cattività o passività - o peggio, inutilità - ai vostri occhi. Ma il sentirmi prima preso e stretto in angustia e poi liberato di colpo e volato via a mo' di missile, mi dà il senso di tutto di me. Sì, dopo la stasi e la stabilità nel buio di cantine immerse nelle solitudini dei vini, poter anche solo per un ultimo attimo di me provare l'ebbrezza della vitalità e dello sprizzar via, dopo essere stato immobile per così tanto tempo, in quell'attimo sento di essere nel nulla del mio paradiso, perdendomi nel mio volo verso l'immensità, l'eternità, passando dal profumo di un vino ben tenuto, a un profumo divino ora ottenuto.